Cardinale Prefetto visita Cile

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Il Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, Card. Giuseppe Versaldi, il 12-13 ottobre 2017 si è recato in Cile per partecipare al secondo Congresso dell’Educazione Cattolica, svoltosi a Santiago, che aveva come obiettivo di fare una lettura critica dello stato attuale dell’educazione cattolica nel paese e di lavorare sulle proposte di come incrementare il contributo che le varie istituzioni cattoliche educative danno nella ricerca della verità e del bene comune.

Il Cardinale nel suo discorso indirizzato ai responsabili delle scuole cattoliche, intitolato “Arte di educare: il modello cristiano”, ha parlato dell'istruzione scolastica che deve abbracciare anche l’educazione integrale della persona, per portare i giovani e bambini a quelle conoscenze nel campo delle scienze che consentano loro di essere protagonisti del progresso personale e sociale del mondo in cui vivono.

Educare, secondo il Prefetto, significa entrare nel processo di crescita della persona attraverso un metodo che rispetti la dignità e la libertà dell'individuo e della società in cui vive. Secondo il Rev. Padre Franco Imoda S.J., dominano tre tipi di pedagogia: pedagogia soggettiva, oggettiva e interpretativa.

La pedagogia soggettiva propaga quel tipo di rapporto educativo in cui l'educatore si limita a rispondere alle domande formulate dal soggetto. Il limite di questo metodo è che presuppone che il soggetto sia in grado di conoscere e volere il proprio bene, ciò che gli permette di crescere in libertà e responsabilità. Questo però non si può esigere da bambini o adolescenti il cui mondo emotivo, come le pressioni sociali, può portare a ingannarsi sul vero bene.

Differente dalla pedagogia soggettiva è la pedagogia oggettiva, dove l'intervento educativo tiene in considerazione solo il punto di arrivo del processo di crescita e offre pertanto a tutti i soggetti lo stesso quadro di ideali o valori verso i quali si deve tendere, senza però prestare attenzione al punto del percorso di crescita in cui si trovano i diversi soggetti. Quindi il soggetto deve abbandonare i propri punti di vista e ignorare le sue esigenze per aderire all’unico modo che lo porta allo scopo prefissato dall'educatore. È evidente che tale pedagogia non rispetta l'individualità di ogni persona, né le diverse condizioni in cui si trova il soggetto.

Si parla, invece, di pedagogia interpretativa quando il processo educativo tiene conto dell'oggetto e delle sue condizioni reali e attuali, come anche delle possibilità di scoprire e tendere verso una condizione più matura di quella presente. Questo tipo di pedagogia mostra quanto grande è il compito dell’educatore. Esso diventa un interprete rispettoso di ciò che scopre durante il suo percorso educativo con il soggetto e lo aiuta a evitare gli errori o le riduzioni delle sue capacità di crescita secondo la sua dignità ontologica e missione. È evidente quanto questo approccio pedagogico sia delicato e complesso, perché deve non solo rispettare il soggetto, ma anche conoscerlo profondamente per interpretare le aspirazioni più profonde e fare emergere l’attrazione per i valori dei quali si convince e a cui aderisce liberamente.

Come ha detto il Prefetto, nel Congresso mondiale dell'educazione cattolica organizzato dalla Congregazione nel 2015, l'educazione è come l’atto di coltivazione di un albero che nasce da un seme e che si sviluppa e porta frutti abbondanti. L'atteggiamento di un educatore deve essere quello di conoscere e di accompagnare con saggezza e rispetto, con quello cioè che Papa Francesco chiama l'arte di accompagnamento, consigliato per tutta l'azione missionaria della Chiesa. Cristo è il modello perfetto dell’educatore. Una delle caratteristiche importanti dell'arte della pedagogia di Gesù si è manifestata nella sua capacità di condurre coloro che lo hanno ascoltato al loro maggior bene. La proposta di valori più alti e più pieni è sempre stata fatta nel rispetto della libertà della gente correndo così il rischio anche di essere respinto. Come possiamo osservare, ha proseguito il Cardinale, Gesù per convincere gli uomini dell'amore del Padre e portarli alla via della salvezza e al patto con Dio, si manifesta come grande conoscitore del cuore umano con le sue potenzialità e resistenze e come un grande pedagogo.

La scuola cattolica partecipa alla missione generale della Chiesa, cioè evangelizzare tutte le persone, ma lo fa in un suo modo specifico che deve essere integrato dalle altre istituzioni ecclesiali. Questo non contraddice la diversità dei ruoli quindi, nel suo invito rivolto alle scuole cattoliche del Cile, ha ribadito che se comprendiamo il ministero pastorale come incarnazione concreta della missione evangelizzatrice in un campo particolare, come quello della scuola, si deve considerare che il primo elemento dell'annuncio evangelico è la testimonianza di una comunità scolastica in cui è evidente lo stile cristiano del primato della carità. È quindi importante, come è stato più volte ripetuto, la formazione dei formatori. È evidente che la scuola cattolica ha il dovere-diritto non solo di insegnare in modo coerente con i propri valori, ma anche di esercitare nel suo interno un'azione propria e di dare un esempio di vita cristiana. Infine, il compito delle scuole cattoliche è anche quello di contribuire alla società e alla cultura locale per assicurare il futuro sicuro e la speranza per i giovani.

Per quanto concerne le Università cattoliche, il Cardinale si è concentrato su un unico punto essenziale dell'identità cattolica dell'Università: il dialogo tra la fede e la ragione. Come è evidente, il contrasto tra la scienza (ragione) e la religione (fede) non è apodittico, come è inteso da una concezione riduttiva della scienza e della razionalità. La discussione all'interno della Chiesa sull'identità delle istituzioni cattoliche è molto attuale, specialmente nel campo dell'università, con opinioni che talvolta si contrastano e si oppongono. Da un lato alcuni adottano un atteggiamento difensivo contro la laicità, da un altro canto non mancano coloro che, in nome del dialogo, dimenticano l'identità di credenti al punto di farsi sostenitori della libertà di espressione senza prendere posizione (quando non si prestano a criticare, anche in pubblico, il pensiero cristiano come antiquato e contrario al progresso scientifico).
Il Cardinale ha ricordato che il Santo Padre propone di tenere a mente il valore completo dell’istruzione che significa introdurre il soggetto a tutta la verità e quindi "non si può parlare dell’educazione cattolica, senza parlare di umanità, proprio perché l'identità cattolica è Dio che si è fatto Uomo": allora in questo senso significa che l’educazione cristiana deve comprendere anche educazione ai valori e alla trascendenza e questo ultimo è estremamente necessario perché "la più grande crisi dell'educazione è causata dalla chiusura alla trascendenza”.

Di fronte alla crisi educativa che ha portato alla "rottura del patto educativo" tra la famiglia, la scuola, l'università e lo stato, è necessario, secondo il Papa Francesco, trovare nuove strade come ad esempio l’educazione informale. È necessario aggiungere esperienze come l'arte e lo sport quali nuovi modelli di istruzione che consentano l'apertura di nuovi orizzonti. È necessaria un'istruzione "inclusiva" di tutti i valori umani e religiosi composti in armonia.
Secondo il Prefetto, è importante che le sfide attuali non vengano vissute con pessimismo, ma che vengano considerate come un'occasione di grazia. Anche Papa Francesco ha lanciato alcune sfide. In primo luogo, la sfida di "abbattere i muri": "il più grande fallimento che può avere un educatore è quello di educare all'interno delle mura, pareti di una cultura selettiva, le pareti di una cultura della sicurezza, le mura di un settore sociale del benessere e che non va oltre". Infine, il Santo Padre ha posto la sfida di ripensare le opere di misericordia in materia di istruzione.


Discorso del Card. Giuseppe Versaldi, “El arte de educar: el modelo cristiano” del 12 ottobre 2017

Discorso del Card. Giuseppe Versaldi, “El papel de las Universidades Católicas en una sociedad pluralista y secular” del 13 ottobre 2017

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